Il Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi ha ufficialmente richiesto una legge che garantisca l'imparzialità delle reti televisive nazionali, un'iniziativa in cui ha coinvolto anche il Premier Silvio berlusconi, proprietario di tre imporanti televisioni private. La scelta del presidente Ciampi ha suscitato un'autentica tempesta politica, visto che la questione delle televisioni di Berlusconi utilizzate come strumento politico e del potere mediatico del Premier tiene banco dal momento del suo ingresso nella vita politica italiana, vale a dire da quasi dieci anni. I suoi avversari accusano Berlusconi, tra le altre cose, di voler adattare la televisione pubblica RAI ai parametri impiegati per dirigere le sue emittenti private.
"Non c'è democrazia senza pluralismo di opinione e imparzialità giornalistica", ha sentenziato Ciampi "e sono certo che il Parlamento adotterà le misure giuste per garantire questi elementi".
La coalizione di Centro-Destra, dal canto suo, ha sempre accusato la Rai di eccessive simpatie nei riguardi degli avversari dell'Ulivo (Centro-Sinistra)ed ha insediato alcuni dei suoi elementi all'interno del Consiglio di Amministrazione della Rai all'indomani della vittoria elettorale dello scorso giugno; anche allora le polemiche non mancarono di certo, ma è stato l'attuale Presidente della televisione di Stato Antonio Baldassare a scatenare la reazione furibondo del Centro-Sinistra sottolinenado i tentativi compiuti nel passatoda parte dell'ente di Stato di "riscrivere la storia".
Berlusconi si è dichiarato "lieto" di approvare la proposta del Presidente Ciampi, sottolineando come l'informazione sia stata sempre obiettiva ed equilibrata durante i suoi tredici mesi di Governo.
(25-07-2002 17:32) |